7 agosto 2012

PD, RITORNO AL PDS? Il progetto del Partito democratico alla scadenza del suo quinto anno di vita sembra riassorbito nella continuità Pci Pds Ds. E la novità è che ormai lo si dà per scontato, è un luogo comune

nmarotti@ -  «Per alcuni cancellare le tensioni culturali che ne caratterizzarono la nascita è addirittura un punto qualificante, un’operazione di chiarimento. Per cancellare la stagione di Veltroni un membro della segreteria nazionale di Bersani scrive addirittura un pamphlet di lotta politica: allontanarsi dalla prima fase diventa un elemento di distinzione. Nessuno sembra più preoccuparsi del fatto che il Pd nacque per essere non tanto un nuovo partito ma un partito nuovo. Qualcosa di diverso, che non c’era, qualcosa di inedito nelle forme democratiche interne e nei rapporti con la società. Oggi invece tutto si fa all’insegna dell’usato sicuro, siamo noi, siamo gli stessi! (…) Addio innovazione, discontinuità, incontro tra i riformismi cattolico, liberale e socialista. È questo il messaggio che sta passando e che dà all’intesa con Vendola quel sapore di ricucitura della frattura che vi fu alla nascita del Pd. La sinistra  che non voleva il Pd, si riavvicina e intanto la lenta emorragia degli “altri”, i non socialisti o comunisti, si sta esaurendo per estinzione e sistematico allontanamento. Elettoralmente potrebbe anche funzionare ma solo se la destra italiana non saprà ricompattarsi (…)  Ma di “naturale” queste divisioni hanno solo la loro sostanza ideologica perché sono frutto della storia, dell’azione degli umani. Come storicamente si sono formate e affermate altrettanto storicamente si potevano cambiare. Ma bisognava volerlo». L’articolo completo di Mario Rodriguez è pubblicato sul quotidiano Europa