4 novembre 2012

Il “nostro dio”: quello generato da noi perché diventi il guardiano di morali che le classi al potere costruiscono e vogliono mantenere. Il “dio biblico”: quello che deve fare continuamente i conti con il nostro io. Il “dio della storia”: quello che rischia di essere una favola per bimbi … IL DIO VERO ABBIA PIETÀ DI NOI!

«Non avere altri dei oltre a me… Deuteronomio 5,7». Comandamento impossibile da seguire: nel migliore dei casi ci mostreremmo profondamente religiosi, convinti profondamente della totale signoria del nostro Dio. Ma, appunto, nostro dio: generato da noi, formato dalle nostre istanze più profonde, posto nei cieli altissimi perché non ci dia troppo fastidio nella vita concreta o perché diventi il guardiano di morali che le classi al potere costruiscono e vogliono mantenere. Il Dio biblico deve fare continuamente i conti con il nostro “io”, con i nostri vuoti interiori, con il nostro inconfessato istinto di onnipotenza, con le nostre fameliche mani aperte. Il Dio della storia rischia di essere una favola per bimbi, che non raccontiamo quasi più a figli e nipoti. Abbiamo così oggi una chiesa che come la scuola di oggi deve fare ciò che in famiglia non si fa più: educare, formare, inculcare i valori profondi che saranno nostri per tutta la vita. La promessa divina di essere il Dio per noi diviene così qualcosa che appartiene ad un passato di cui essere nostalgici, ma che non abbiamo più gli strumenti interiori per renderla vera per chi viene dopo di noi. Questo Dio vero abbia pietà di noi! Giovanni Grimaldi, pastore evangelico