ilVicinato@ - «Vita frenetica. Anche nel periodo estivo. Anche
quando le città in parte si svuotano, terminate le scuole, anche quando alcune
attività sono sospese, si vedono persone che corrono a destra e a manca, in un
moto perpetuo, con una preoccupazione sopra tutte le altre: il tempo. Non il
tempo atmosferico, ma i minuti che non bastano mai, le giornate che scorrono
troppo in fretta, gli appuntamenti che si rincorrono e che non lasciano
riprendere fiato. Telefoni che squillano continuamente ed e-mail che
raggiungono i destinatari in ogni luogo. E se si domanda qualcosa a qualcuno,
la risposta è più o meno scontata: "Non ho tempo!". Come si fa in un
mondo che non ha mai abbastanza tempo, a trovare tempo per Dio? Ma, cosa ancora
più importante: quanto tempo vuole Dio? Nel vangelo secondo Luca, si trova
questa parola che non accenna a compromessi: Dio non si attende dal credente un
po’ di tempo – un piccolo ritaglio tra un impegno e l’altro. Essere discepoli
non è questione che si risolve trovando anche tempo per Dio, ma mettendo tutto
il tempo che si ha sotto il segno del Signore. Credere significa
fondamentalmente vivere, spendere il tempo della vita nella consapevolezza che
non sono le agende troppo piene o la frenesia a guidare i nostri passi, bensì
il Signore». William Jourdan, Pastore evangelico