19 novembre 2017

IL VANGELO CI PARLA: “Noi tutti, infatti, dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo… 2a Corinzi 5,10”

Paolo di Tarso
ilvicinato@ - Fonte Unione delle Chiese metodiste e valdesi - «Quando sentiamo parlare del “Giudizio” il primo sentimento che ci pervade è istintivamente di timore; essere giudicati fa paura. L'apostolo Paolo, nello stesso versetto, dice chiaramente che ciascuno riceverà “la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male”; l’apostolo della grazia, parla qui di retribuzione secondo le opere! Come stanno insieme le due cose, l’infinita grazia di Dio e il giudizio secondo le opere? Saremo giudicati in base alle nostre opere, o meglio in base all’aver saputo o al non aver saputo amare Gesù nel nostro prossimo, come dice Gesù stesso in Matteo 25,31ss. Ogni giorno siamo chiamati a usare la libertà che Dio ci ha data per scegliere il bene e rifiutare il male. Ma poiché noi esseri umani tendiamo a usare male questa libertà, nessuno potrebbe superare il giudizio di Dio, nemmeno il migliore tra i discepoli di Gesù. Dobbiamo allora ricadere nella paura del giudizio? (…) Ogni giorno la Parola di Dio ci invita a mettere il nostro agire sotto il giudizio di Dio e la nostra fede nell’amore sconfinato di Dio. Ogni giorno la nostra infedeltà ci fa chinare il capo davanti a Dio e ogni giorno la sua misericordia lo fa di nuovo sollevare, affinché guardiamo a lui con fiducia e gratitudine e al prossimo con amore». Alcuni stralci di una riflessione di Marco Gisola, Pastore evangelico