umbertocanovaro@ - «Dovremmo sapere che parlare di
monaci di clausura, è un concetto duplicato, poiché il concetto stesso di
monaco, implica di per se una condizione di isolamento, di solitudine. Infatti “monos”
in greco, sta per “uno solo”. Fin dal II secolo d.C. vari cristiani
abbandonarono le città perché ritenevano di non poter seguire degnamente i
precetti evangelici, ritirandosi in luoghi isolati. All’inizio, quindi, il
termine equivaleva a quello di eremita o anacoreta; ma già due secoli dopo
circa, iniziano a prendere corpo forme più attenuate di vita solitaria. Fino a
giungere al cenobio, dove gruppi di monaci si ritiravano per pregare e
digiunare assieme, sotto la guida di un capo spirituale che, da San Benedetto (480-
post 546 d.C.) in poi, sarà chiamato abate (dall’aramaico “abbà”, padre)». Umberto Canovaro