PARCO MINERARIO, ogni sindaco si presenta al demanio in solitudine e con proposte che poi gli altri contrastano (1)
marchetti.lorenzo@tiscali.it - Il 6 marzo 2007 partecipai a Roma all’ennesima riunione coi massimi dirigenti dell’Agenzia del Demanio, ero insieme all’on. Sivia Velo che aveva preparato l’incontro, la vicepresidente della Provincia Monica Giuntini, ora europarlamentare, e Franco Franchini allora presidente del consiglio provincia, immaturamente scomparso. Ci fu detto che per ottenere il riuso dei beni demaniali, e quindi anche quelli presenti nelle aree ex minerarie, serviva, per prima cosa, un atto concertato fra le istituzioni: comuni, provincia, regione e parco dell’Arcipelago. Solo così i vertici dell’Agenzia avrebbero preso in considerazione le proposte del territorio. Quei dirigenti presero l’occasione per sottolineare il loro disappunto poiché ogni sindaco si presentava al demanio in solitudine e con proposte che poi gli altri contrastano. Poco dopo lasciai la presidenza della società del parco minerario. Mi premurai, però, di consegnare all’allora neopresidente del parco nazionale, Mario Tozzi, gli appunti di quella riunione e le idee progettuali per lo sviluppo del parco minerario. Materiale che avevo già trasmesso via mail al presidente della provincia e agli altri soci pubblici della parcominelba. Ma da allora nulla: il vuoto. Qual’era il contenuto di quei documenti? Dilungarmi significa annoiare i miei lettori. Proseguirò con un prossimo post.