RECUPERO DELLA CHIESA DELL’ANNUNZIATA: una festa che poteva essere rinviata. Scarso rispetto delle 300 vittime del terremoto dell'Abruzzo
pd.rioma@tiscali.it - Il restauro di un vecchio edificio è sempre una festa gioiosa, per di più se si tratta di un luogo di culto qual è la chiesa della Santissima Annunziata. Un luogo a cui erano particolarmente legati i mariani riesi che passando dal Canale, chi per fede o chi per nostalgia, cercava con lo sguardo quell’edificio luccicante grazie ai sassi d’oligisto e alla calce impastata con l’ematite, una particolarità questa stranamente cancellata dall’intervento di recupero. Tuttavia non possiamo esimerci da rammentare come i primi finanziamenti furono trovati dall’allora commissario prefettizio Giuseppe Pesce (stranamente ignorato nel pamphlet celebrativo) e come da allora sono trascorsi ben otto anni. Nessuna urgenza temporale, pertanto, può giustificare un così affrettato taglio del nastro. Facciamo questa affermazione poiché riteniamo come l’inaugurazione poteva essere posticipata di qualche settimana, proprio alla luce dei tristi fatti odierni. Poteva, inoltre, essere tagliata, dalla parte finale del manifesto-invito, quella frase che oggi risulta davvero inopportuna: «da un terremoto una chiesa». Le trecento vittime della grave tragedia rappresentata per tutti gli italiani dal devastante terremoto che pochi giorni orsono ha colpito l’Abruzzo, meritavano un maggiore rispetto anche da parte della nostra comunità. Dario Ballini - Segretario Circolo PD Rio Marina e Cavo