26 settembre 2009

IL FERRO E IL SALE: la storia di Tonietto il Sindaco, defenestrato e perseguitato dai fascisti. Gli alleati lo rimisero al suo posto

gisecat3@yahoo.it - Anche questa è una storia di miniera… – sospirava mio nonno, cominciando a sbarbarsi con attenzione, l’asciugamano intorno al collo, lo sguardo allo specchietto - devi sapere che Tonietto era un bravissimo maestro artigiano di Rio Marina, un ebanista, era stato a scuola a Genova per imparare bene il mestiere; fin da ragazzo non sopportava i torti, le ingiustizie…avrebbe voluto studiare ma i soldi erano pochi… S’arrangiò da sé: leggeva sempre e di tutto. Diventò socialista, entrò nella sezione del partito che c’era in paese. Erano anni durissimi, nell’undici, per esempio, lo sciopero alle miniere durò quattro mesi, la gente s’arrese per fame… Il clima era tesissimo: poteva succedere, durante i cortei di protesta, con le forze dell’ordine sempre pronte a reprimere i manifestanti, che si arrivasse al peggio, come quando ci rimise la vita una bambina innocente di pochi anni che si beccò una pallottola partita chissà come… Tonietto era sempre il primo in tutte le proteste. Intanto lavorava nella sua falegnameria, fece le porte delle chiese di Santa Barbara e di San Giuseppe, al Cavo, che erano una meraviglia… con tutte le figure di santi in bassorilievo… poi faceva i mobili, tutti lavorati, quelli che abbiamo in casa li ha fatti lui… e poi faceva anche le casse da morto e le provava… - Come, le provava?! - Sì, ci si metteva dentro, per accertarsi che le misure fossero giuste, per vedere se un corpo ci sarebbe stato… le sue sorelle, tua nonna Giuseppina, e le sue sorelle, Amelia e Elisabetta, ma anche la loro madre, che si chiamava Angela, quando capitavano in bottega e lo vedevano steso lì proprio come un morto, strillavano e lo maltrattavano, ordinandogli di uscire subito, ché portava male… Lui rideva e si divertiva un sacco… Era un ribelle, ma generoso, unico…Nel ‘19 lo fecero sindaco e fu il primo sindaco socialista del paese. Ma quando arrivò il fascismo, gliele fecero pagare tutte… - Che successe?!- incalzavo io - Anzitutto per umiliarlo gli fecero bere l’olio di ricino… poi non lo fecero più lavorare del suo mestiere, lo boicottarono, la gente aveva paura e non gli ordinava più nulla. Ma lui era sposato, aveva cinque figli… riuscì a entrare in miniera, ma gli affidarono i lavori più pesanti, quelli che tutti scartavano, per esempio al lavaggino, sempre con le mani nell’acqua di mare a ripulire il minerale, estate e inverno… - Povero zio Tonietto! - Sì, ma si prese una bella rivincita quando cadde Mussolini e finì la guerra, perché le truppe francesi che entrarono a Rio Marina nel giugno del ’44, dopo quasi una settimana di lotta contro i tedeschi che avevano occupato l’isola nove mesi prima…indovina chi chiamarono a dirigere il paese!?... Proprio lui, zio Tonietto!! Meno male! Sono proprio contenta…- esclamavo alla fine, sollevata e fiera d’avere un eroe in famiglia! (… continua) Maria Gisella Catuogno