www.coalizioneintesereligiose.it – "Le comunità cristiane non devono mai riunirsi se non per ascoltare la predicazione della Parola di Dio... Là dove la Parola di Dio non è predicata, sarebbe meglio non cantare, né leggere, né riunirsi", con queste frasi brevi e incisive Martin Lutero esprimeva la base e il senso del culto evangelico. La predicazione della Parola di Dio è, infatti, il suo centro e la sua base. V'è spazio per il canto e per la preghiera, il riferimento alla Bibbia determina tuttavia anche i contenuti degli inni cantati e delle preghiere pronunciate. Semplicità e sobrietà sono tratti distintivi del culto evangelico che non necessita di luoghi o tempi particolari. Anche la funzione del predicatore che preside l'assemblea non ha alcun carattere sacro. La sua funzione è distinta non tanto per questioni di principio, ma soprattutto per ragioni pratiche, in quanto la comunità stessa riconosce in tale persona particolari competenze in materie bibliche nonché la maturità nella fede. La struttura del culto, basata sull'alternarsi delle letture bibliche, del canto e delle preghiere può essere suddivisa in seguenti fasi: l'apertura con la confessione del peccato, la lettura della Bibbia, la predicazione o sermone, la confessione di fede, la preghiera d'intercessione e la chiusura con la benedizione finale. (continua)