9 novembre 2009

FORUM: 22 zone franche, l’Elba non c’è. Importanti contributi che possono essere trasformati in atti concreti

marchetti.lorenzo@tiscali.it – I partecipanti al Forum «22 Zone Franche: l’Elba non c’è» hanno espresso i loro pareri, perlopiù negativi, sulle promesse elettorali non mantenute, ma sono emerse due posizioni, ben distinte, sulle strategie da seguire: 1) normativa ad hoc per i territori insulari (legge quadro per le isole minori, oppure legge speciale per l’Elba); 2) politica dei piccoli passi (obiettivi e breve termine all’interno di una cornice più complessa). A mio parere questi suggerimenti non sono fra loro contrastanti. Per un verso, infatti, occorre muoversi con fine complessivo: avere le stesse garanzie e le uguali opportunità dei cittadini che vivono sulla terraferma; per l’altro dotarsi di un progetto comune capace di tenere assieme i pezzi del mosaico. Lo statuto della Regione Toscana (art. 4 - lettera V) riconosce la tutela dei comuni minori, dei territori montani e insulari. Questa affermazione dovrebbe essere scritta pure sulla Carta delle Autonomie trasmessa, con questa “dimenticanza”, dal governo al parlamento. Tale testimonianza consentirebbe ai nostri territori di rivendicare un’attenzione nelle singole leggi regionali e nazionali. La società elbana, nel suo complesso, dovrebbe spingere, insieme all’Associazione dei comuni delle isole minori, anche per l’istituzione delle Zone franche isolane. Lo stesso è stato già chiesto per le aree di montagna. Infine la privatizzazione di Toremar. Qui le comunità dell’arcipelago dovrebbero portare al tavolo regionale di concertazione proposte unitarie da inserire nel contratto di servizio per le linee di cabotaggio locale (sovvenzione pubblica di 16 milioni euro/anno) senza andare, come spesso accade, in ordine sparso.