1 maggio 2010

EVVIVA IL PRIMO MAGGIO: «Al grano che abbiamo seminato non si potrà mai impedire di germogliare»

Vieni o Maggio t'aspettan le genti ti salutano i liberi cuori, dolce Pasqua dei lavoratori vieni e splendi alla gloria del sol.
Squilli un inno di alate speranze al gran verde che il frutto matura, a la vasta ideal fioritura in cui freme il lucente avvenir.
Disertate o falangi di schiavi dai cantieri da l'arse officine, via dai campi su da le marine tregua tregua all'eterno sudor!
Innalziamo le mani incallite e sian fascio di forze fecondo, noi vogliamo redimere il mondo dai tiranni de l'ozio e de l'or.
Giovinezze dolori ideali primavere dal fascino arcano, verde maggio del genere umano date ai petti il coraggio e la fè.
Date fiori ai ribelli caduti collo sguardo rivolto all'aurora, al gagliardo che lotta e lavora al veggente poeta che muor!
L'Inno del Primo Maggio fu scritto da Pietro Gori sulla base della melodia del Va’ pensiero, il coro del Nabucco verdiano, nel 1892