sergio.landi@yahoo.it - «Le recriminazioni inutili contro le vigliaccherie dei vigliacchi sopportate in silenzio. Le parole tardive quando ai leader si chiede coraggio e combattimento». Ma Veltroni non è Enrico V ad Azincourt. Shakespeare non costrinse Enrico V ad abbandonare il campo e l'esercito nello sconforto. Ma questa è un'altra storia, come lo è quella dell'Italia dopo la sconfitta del referendum elettorale per ostilità o inerzia di PD e PdL. Oggi partiti entrambi vittime della fine del bipolarismo. Un'altra storia è cominciata come scrisse sui manifesti Bersani ed è quella votata dalla stragrande maggioranza dei partecipanti alle ultime primarie: prima gli iscritti, poi gli elettori; prima le alleanze poi il progetto per l'Italia. Deve essere stata lunga la vacanza di Veltroni se non si è accorto che questa è la nuova terra su cui la leggera brezza delle sue eleganti parole soffia alta e lontana, inutile. Sergio Landi