TRAMONTO SULL’ELBA. Quando i “sacchi a vento” furono spazzati via dalle navi a vapore
ilvicinato@libero.it – La marineria riese che nel rapporto uomini/navi non aveva nulla da invidiare a quella ligure, entrò in crisi con l’avvento del vapore. I piroscafi presero il posto dei bastimenti a vela. Le navi a vapore spazzarono via dalle grandi rotte i “sacchi a vento” e, anche i velieri di Rio Marina, si avviarono gradatamente a scomparire: da prima vennero relegati al piccolo cabotaggio e poi trasformati in chiatte per il trasporto del minerale. Questa drammatica trasformazione ci viene descritta in modo romantico dal nostro Luigi Berti nel suo romanzo “Tramonto sull’Elba”. Gli armatori non si persero d’animo. Alcuni lasciano l’Elba e si stanziarono nei grandi porti del Mediterraneo (Genova, Marsiglia, Barcellona), quelli che rimasero trasferirono i loro interessi dall’ambito marinaro a quello minerario: l’industria estrattiva offriva nuove occasioni di guadagno. Così, non solo salvarono i loro patrimoni, ma in alcuni casi riuscirono ad accrescerli.