31 dicembre 2010

OMAGGIO A PIETRO GORI. Come spiegare questa memoria duratura in bilico tra realtà e mito? (5)

ilvicinato@libero.it - «Anzitutto con la statura nazionale e internazionale del personaggio: Gori tiene conferenze e comizi ovunque in Italia e all’estero, parlando di libertà, uguaglianza, di lotta contro l’oppressione e lo sfruttamento, di guerra alla guerra e di emancipazione delle donne, di una società futura fondata sulla giustizia e la responsabilità individuale; difende instancabilmente i compagni offrendo un modello di arringa politica che farà scuola; ha un’eloquenza eccezionale, che incanta le folle, per le quali la sua è una parola alata; è il rivoluzionario perseguitato, condannato al carcere, costretto alla fuga e all’esilio, che percorre i quattro angoli del mondo, dall’Europa alle Americhe, spostandosi dagli Stati Uniti all’Argentina, fino alla Terra del Fuoco, e poi in Egitto e in Palestina, ovunque diffondendo il suo vangelo laico ma anche cantando le proprie canzoni accompagnandosi con la chitarra; è poeta, drammaturgo, saggista, compone inni come Addio Lugano bella destinati a lunga fortuna. E inoltre ha le phisique du role: è alto, snello, bello e elegante, piace anche alle signorine di buona famiglia; è stimato dai borghesi, che lo sentono avversario politico, non nemico». Maria Gisella Catuogno (fine quinta parte)