ilVicinato@ - «Nella Bibbia sono
sottolineati due importanti percorsi che portano a una grande méta: gli Ebrei
che vanno verso un paese dove spunta il latte e il miele, e il cammino verso il
Regno di Dio, indicato da Gesù di Nazareth, i cui simboli sono il pane e il
vino. C’è diversità fra queste due raffigurazioni? Sì, il latte e il miele sono
semplici prodotti della natura, quindi a disposizione dell’umanità. La natura
li offre in abbondanza, e con loro ci si sente come in paradiso. Differente è
l’origine del pane e del vino. L’essere umano, infatti, aggiunge ai prodotti
della terra il suo lavoro, la sua cura, la sua inventiva. Insomma, il pane e il
vino portano in sé sono i segni della fatica dell’uomo, ed è per indicare la
speranza della comunione delle donne e degli uomini con Dio che Gesù non
sceglie i prodotti della natura, ma piuttosto dei simboli legati alla storia
dell’umanità. Una storia fatta di sudore, sangue e lacrime. Il pane è una
metafora per indicare il cambiamento dell’essere umano, per la sua crescita e
la sua maturazione durante la sua vita e in vista del raccolto finale. Anche il
vino non è un semplice prodotto dei campi. Tutto questo ci indica come il
nostro cammino non sia quello di bambini ingenui che inseguono il paradiso, ma
piuttosto di esseri adulti, consapevoli
del difficile percorso verso il Regno, così come ci ha indicato il Nazzareno.
Noi cristiani, allora, al latte e al miele sostituiamo il pane e il vino. Il
primo simbolo della via, il secondo raffigurazione della festa che anticipa la
méta finale». Eliana Forma, predicatrice della chiesa evangelica di Rio
Marina