30 luglio 2013

VANAGOLLI, UN SOLO COMUNE DELLA TERRA DI RIO. “Neanch'io so vedere una sola ragione che giustifichi, oggi, la prosecuzione di un cammino non convergente di due campanili tanto prossimi da confondere il suono delle loro campane”

ilvicinato@  - «Le distinzioni e le divisioni nell'ambito delle amministrazioni comunali sono plausibili quando sussistono delle reali differenze d'identità, ad esempio di natura economica, oppure quando discendono da ragioni quantitative, quali possono essere un territorio molto ampio (magari associato ad una geografia particolarmente articolata) o un'alta densità di popolazione. Laddove tutto ciò non è o non è più le separatezze sono, nella migliore delle ipotesi, inutili; nella peggiore, dannose. Da allora (la divisione della Marina di Rio dal Castello) sono trascorsi oltre centotrent'anni: le miniere e i loro protagonisti sono solo un ricordo, le popolazioni, che raggiunsero, insieme, le cinquemila unità, si sono più che dimezzate; l'economia va in un'unica direzione e il dato antropologico-culturale appare ormai tanto sbiadito, nelle sue differenze, da apparire indistinto. Personalmente inclino, anche per un'antica appartenenza politica, alla difesa e al mantenimento delle amministrazioni locali, che sono il primo, indispensabile referente del cittadino che si rapporta con i poteri pubblici (né faccio eccezione per le amministrazioni provinciali, che vorrei vedere potenziate attraverso l'assunzione di poteri oggi affidati ad una pletora di soggetti istituzionali, anziché disciolte con una decisione che giudico sciagurata), ma talora il progressivo indebolimento della capacità di un'amministrazione di soddisfare le esigenze degli amministrati e di presidiare efficacemente il territorio che le è affidato rende necessaria una scelta». L’articolo completo di Gianfranco Vanagolli è pubblicato sul giornale online  www.elbareport.it