ilvicinato@ - «Le distinzioni e le divisioni nell'ambito delle
amministrazioni comunali sono plausibili quando sussistono delle reali
differenze d'identità, ad esempio di natura economica, oppure quando discendono
da ragioni quantitative, quali possono essere un territorio molto ampio (magari
associato ad una geografia particolarmente articolata) o un'alta densità di
popolazione. Laddove tutto ciò non è o non è più le separatezze sono, nella
migliore delle ipotesi, inutili; nella peggiore, dannose. Da allora (la
divisione della Marina di Rio dal Castello) sono trascorsi oltre
centotrent'anni: le miniere e i loro protagonisti sono solo un ricordo, le
popolazioni, che raggiunsero, insieme, le cinquemila unità, si sono più che
dimezzate; l'economia va in un'unica direzione e il dato
antropologico-culturale appare ormai tanto sbiadito, nelle sue differenze, da
apparire indistinto. Personalmente inclino, anche per un'antica appartenenza
politica, alla difesa e al mantenimento delle amministrazioni locali, che sono
il primo, indispensabile referente del cittadino che si rapporta con i poteri
pubblici (né faccio eccezione per le amministrazioni provinciali, che vorrei
vedere potenziate attraverso l'assunzione di poteri oggi affidati ad una pletora
di soggetti istituzionali, anziché disciolte con una decisione che giudico
sciagurata), ma talora il progressivo indebolimento della capacità di
un'amministrazione di soddisfare le esigenze degli amministrati e di presidiare
efficacemente il territorio che le è affidato rende necessaria una scelta». L’articolo completo di Gianfranco Vanagolli è
pubblicato sul giornale online www.elbareport.it