3 agosto 2013

IL PIANO DI RIO: “Come vivevano i nostri antenati? Non ci è ancora dato sapere se i Rinaldoni elbani fossero dei cercatori di minerali

ilvicinato@ - «Gli abitanti del Piano di Rio, quelli che utilizzavano come necropoli la cosiddetta grotta di San Giuseppe, appartenevano alla Cultura di Rinaldone che fiorì per tutto l’Eneolitico nella Toscana meridionale e nel Lazio. Il Neolitico è l'ultimo dei tre periodi che costituiscono l'età della pietra, e fu contraddistinto da notevoli innovazioni tra le quali la levigatura della pietra, l'uso della ceramica, l’introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento, e ebbe inizio la trasmissione dei beni all'interno dei clan. Al Neolitico seguì l’Eneolitico che durò circa 8 secoli, tra 5.500 e 4.300 anni orsono, e fu contraddistinto dall'utilizzo del primo metallo: il rame, e in conseguenza dalla metallurgia. Le comunità che fino allora avevano vissuto essenzialmente di agricoltura e di allevamento, perfezionarono le loro tecniche agricole con l’introduzione dell'aratro a trazione animale, e iniziarono ad accumulare i beni prodotti: il grano, le materie prime, gli oggetti in metallo. Ciò portò sia alla necessità di difendere i propri averi dalle inevitabili razzie, sia all’intensificazione dei traffici commerciali. I pugnali, le asce e punte metalliche delle frecce servivano non solo per la caccia, ma anche per la difesa e/o l’offesa. La compravendita delle merci, invece, favorì gli scambi culturali, e quindi la circolazione delle idee e delle nuove tecnologie. Contemporaneamente alla comparsa di armi, ci fu all'interno della comunità una differenziazione di ruoli e di gerarchie con la comparsa di gruppi emergenti per prestigio sociale e economico, legati tra loro da vincoli di parentela. Un altro aspetto interessante è la pratica del culto dei morti con la creazione di aree funerarie esterne ai villaggi, le necropoli». Nicolini (G)