ilvicinato@ - Fonte, Marcello Camici - «Dopo la caduta di
Napoleone e la restaurazione stabilita dal congresso di Vienna, Ferdinando III granduca di Toscana emana il 17 ottobre 1815 il motuproprio: “Regolamento particolare delle quattro Comunità
dell’Elba”. Si tratta di norme
molto importanti perché su di esse sarà organizzata tutta l’amministrazione
dell’Elba praticamente fino all’unità d’Italia. Il Territorio dell’Isola d’Elba
venne suddiviso in quattro Comunità comprese in una sola Cancelleria:
Portoferraio, Longone, Rio e Marciana, nonché da sei Comunelli: Capoliveri,
Marina di Rio, Marina di Marciana, San Piero, Sant’Ilario e Poggio.
Quest’ultimi, per quanto riguarda priori e consiglieri, saranno rappresentati
in modo bilanciato in ogni Comunità d'appartenenza. Il Cancelliere che avrà la
sua residenza in Portoferraio, sarà coadiuvato da due Aiuti Residenti, l’uno a
Marciana e l’altro a Longone che avrà l’obbligo di partecipare alle riunioni
della Comunità di Rio una volta al mese. Ciascuna delle quattro Comunità sarà
rappresentata da un Magistrato civico formato da un Gonfaloniere e quattro Priori,
nonché da un Consiglio Generale di quindici componenti, e cioè dai cinque
membri del Magistrato e dai dieci consiglieri. Ogni incarico politico sarà
assegnato a turnazione, con il sistema del sorteggio di nomi estratti da liste (Borse)
redatte in base al censo. Per creare il Magistrato e Consiglieri, infatti,
saranno formate tre Borse, una per il Gonfaloniere, l’altra per i Priori, la
terza per i Consiglieri. Pietro Leopoldo, come gli altri sovrani dell’epoca,
riteneva che gli affari civici dovessero essere diretti e amministrati da
"quelli che vi hanno principale interesse" e dunque il principio di
rappresentanza viene basato su: proprietà, censo e interesse. Tant’è che della
prima Borsa faranno parte quei Capi famiglia proprietari di terreni coltivati e
di fondi rustici per i quali dovranno pagare un’imposta fondiaria non minore a
lire ottanta, se nella Comunità di Portoferraio, e di lire cinquanta per le
altre Comunità. La seconda Borsa, oltre ai Capi famiglia già iscritti nella
prima, comprenderà coloro che nella Comunità di Portoferraio verseranno
un’imposta fondiaria di lire quaranta, scesa a lire trenta per le altre
Comunità. Nella terza e ultima lista, saranno compresi tutti quei Capi famiglia
possidenti di “beni stabili qualunque ne sia il valore” purché paghino una
“tassa corrispondente”. Le nuove Magistrature entrarono in carica il 1° gennaio
1816 e le quattro Comunità dell'Isola d'Elba furono riunite al Compartimento pisano
e la loro Amministrazione dipese dall'Uffizio Fossi di
Pisa».