3 novembre 2013

LA PAURA PRIMITIVA. "Adamo ed Eva udirono la voce di Dio il Signore, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il Signore fra gli alberi del giardino. Dio il Signore chiamò l'uomo e gli disse: Dove sei? Egli rispose: Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto… Genesi 3,8-10"

ilvicinato@ - «La scusa di Adamo "ero nudo", non è una parola insolente verso colui che lo ha creato? E come può dire a colui che conosce ogni cosa: "mi sono nascosto"? Queste parole di Adamo, ma anche di tutti noi uomini e donne, sono piene di menzogna. Forse anche senza che ci accorgiamo della bugia che usiamo sperando di farla franca. La paura è citata molte volte sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento, ma come possiamo comprendere che cos’è la paura al giorno d'oggi? A volte ci sentiamo nudi davanti a chi ci interroga. A volte cerchiamo una menzogna comprensibile piuttosto che dire quali sono i peccati, gli errori, le ignoranze che abbiamo. Tuttavia le nostre paure sono più spesso la paura di sentire il dolore fisico o no: la paura della morte, la paura di perdere la memoria, di ammalarci, di restare soli. La paura primitiva, che nasce da centinaia o migliaia di anni fa, raggiunge anche noi. Allora, c'è un messaggio comune per comprendere, come persone credenti, l'antica paura e la nostra paura oggi? Vogliamo credere in quello che l’evangelista Giovanni ci presenta: "Nell'amore non c'è paura".  E che cos'è l'amore? E' difficile capirlo, definirlo. Credo che potremmo dire: quello che non ci spaventa, quel che non ci dà timore, quel che non ci dà terrore, quel che ci dà serenità e sicurezza, perché Dio è misericordioso e non ci abbandona mai!». Da una riflessione di Sergio Ribet, Pastore evangelico