ilvicinato@ - «Matteo
Renzi è un uomo politico di grandi risorse. Un “cavallo di razza”, come si usa
dire, che si è rapidamente imposto tra i protagonisti della politica nazionale.
E’ sfacciato, diretto, efficace. Grande capacità di comunicare e grande fiuto
politico. Velocità nel reagire, arretrare e avanzare, correggere errori e passi
falsi e capitalizzare i risultati. Non ho mai avuto dubbi che nella partita con
Bersani (non sostenevo nessuno dei due), il vero vincitore sia stato, alla
fine, proprio lui, che si è accreditato come nuovo protagonista presso il
grande pubblico. Il Congresso del Pd è finito prima di cominciare, e tutti
sanno chi sarà il nuovo leader del partitone. Mi sono chiesto, a questo punto,
quale possa essere il suo punto debole. Tutti, anche i più grandi, ne hanno uno
o, spesso, molti. E quale può essere il tallone di Achille del ciclone Matteo
Renzi? Semplice: i renziani. Dato che è intelligente abbastanza, ha subito
raccolto la raccomandazione di Fabrizio Barca, il quale gli ha detto che il
rinnovamento non è sostituire la vecchia filiera di yesmen (e yeswomen), figli
e figlie del “Porcellum”, con una nuova filiera di maggiordomi, ma cambiare
metodi. E quando si è manifestato l’arrivo della seconda ondata dei renziani di
complemento, ex-dalemiani, ex-veltroniani, ex-fassiniani, ex bersaniani e
talvolta ex-tutte-queste-cose-insieme (secondo stagione), ha annunciato che se
il suo sarà il carro del vincitore, chi ci salirà avrà solo da dare una mano a
spingere. Se ce la farà o diventerà lui la prima e più importante vittima della
“carica dei renziani”, lo sapremo presto». Claudio
(F)