ilVicinato@ - Alfredo
Reichlin: «Ho vissuto la catastrofe dell'otto settembre del 1943. E ho
visto come allora un gruppo di politici giovani (meno di 40 anni) si rivolsero
a quello che allora si era ridotto a un popolo di profughi in fuga dalla guerra
e dal collasso dello Stato. Quei giovani riuscirono a unire quel popolo sotto
grandi bandiere, bandiere politiche e ideali, non tecnocratiche. So bene che
tutto è cambiato da allora. L'Italia di oggi è ancora uno dei Paesi più ricchi
del mondo e al governo ci siamo noi. Ma non basta sostenere il governo in
Parlamento. Occorre spingerlo verso nuove scelte di fondo partendo dal Paese,
dai bisogni e dalle sofferenze della gente. La prudenza, il realismo vanno
benissimo, sono virtù che servono anche nelle situazioni
"eccezionali". Ma non bastano».