19 dicembre 2013

PIANOSA, CARCERE VERDE-PREMIALE? Certo che sì! L’importante è non perdere altro tempo. È impensabile conservare un territorio di oltre dieci chilometri quadrati con oltre diciotto chilometri di sviluppo costiero e decine di migliaia di metri cubi di edifici, come se fosse dentro una bacheca

lomarchetti@ - «La decisione di destinare l’Isola di Pianosa a carcere Verde-Premiale non mi pare peregrina. Questa scelta va verso assicura il recupero, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente isolano, nonché una custodia attenuata per una parte di detenuti. Con il carcere  Verde-Premiale, infatti, si mettono a frutto le risorse naturali e umane, insomma, si trasforma l’ex Isola del Diavolo in un luogo dove ospitare i detenuti, accuratamente selezionati, a cui affidare il compito di mantenere e sviluppare un patrimonio naturale, storico e artistico. Nel carcere Verde-Premiale qual è Gorgona, ad esempio, viene praticata la coltivazione di alimenti biologici e l’accoglienza turistica, altrettanto si dovrebbe fare a Pianosa. Insomma, il protocollo Cancellieri-Rossi mi pare il modo per salvare l’Isola Piatta dal degrado, ma anche dalla speculazione, nonché dalle proposte stravaganti lette negli ultimi anni: dalla centrale nucleare, allo stoccaggio di scorie radioattive, al carcere duro, a centro accoglienza per emigrati, ecc. L’importante è non perdere altro tempo poiché è impensabile conservare, come se fosse dentro una bacheca, un territorio di oltre dieci chilometri quadrati con oltre diciotto chilometri di sviluppo costiero e decine di migliaia di metri cubi di edifici». Lorenzo (M)