ilvicinato@ - «Penso che questo racconto della
creazione, scritto migliaia di anni fa nello stile della fiaba, voglia aiutare
gli uomini e le donne a riflettere sulla loro realtà, e in particolare su una
grande paura che accompagna la nostra esistenza: la morte. In
questo racconto ciò che dona vita all'ammasso di polvere in forma umana è lo
Spirito di Dio. Siamo una manciata di terra che dalla terra viene e alla terra
deve ritornare, il nostro destino è quello della polvere. Questo dà
terribilmente fastidio agli uomini e alla donne moderni, eppure, come credenti sappiamo che in questa polvere è stato inserito qualcosa che ci ha aperto gli
occhi all'idea di eternità. Il soffio creatore di Dio che ci ha modificati, ci
ha fatti cambiare, in qualche modo ci ha detto: “guarda che questa polvere che
tu sei, è diventata qualcosa di importante ai miei occhi”. In quanto cristiani
ci è impossibile non pensare al Signore Gesù Cristo che ha condiviso la nostra
vita e ci ha rivelato questa dimensione di eternità ci ha amati a tal punto da
dirci che anche se torneremo alla terra, questa non sarà la fine di tutto. Lo
Spirito che ci ha dato la vita nella notte dei tempi è lo stesso che ci farà rivivere
nonostante la morte». Da una riflessione del Pastore Claudio Pasquet