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| Aleardo Mondini (1892 1930) |
ilvicinato@ - Rio Marina, 6 agosto
1906: «Anche noi giovani dobbiamo protestare energicamente, contro gli
oppressori per il loro modo che hanno nel trattare i nostri poveri padri: come
se fossero delle bestie, sfruttandoli e perseguitandoli come fanno agli
assassini. I genitori nostri, che dalla
mattina alla sera sono costretti per ordine del padrone a faticare molto e poi
son pagati quasi il quinto di quello che guadagnano. La maggior parte del loro
sudore se la godono i signori: quelli che non lavorano mai; ma che tengono
sfruttati e oppressi i nostri cari. Noi giovani della classe lavoratrice
dobbiamo protestare energicamente contro gli oppressori e far capire a tutti i
giovani ed agli adulti, i quali sono come noi nello sfruttamento, il quale
costretti a viver male tutti i lavoratori maltrattati; e i furbi cioè: gli
oppressori in una magnifica e bella vita. Si,
noi dobbiamo far unire e affratellare tutti i lavoratori di qualsiasi mestiere
per il medesimo pensiero contro i capitalisti, e quando tutti i nostri padri,
così dissanguati e oppressi saranno tutti per la stessa idea, allora potremo
far prevalere le nostre proteste contro quell'esercizio dei possedenti, i quali
allora cadranno per sempre dal privilegio e saranno degli umili lavoratori
uguali a noi, lo sfruttamento che ora è in corso sarà finito e i nostri padri
allora non saranno più soggetti a quelli ambiziosi che ora esistono. Compagni! Lavoriamo dunque per spegnere quel
capitalismo al quale sono attaccati gli ambiziosi d'oggi; e quando il lavoro
nostro sarà compiuto anche gli sfruttatori saranno costretti a piegar le spalle
e non camperanno più sulle fatiche dei nostri poveri genitori».
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