ilvicinato@ - Fonte: Unione delle Chiese metodiste e
valdesi: «Le pecore sono preziose
per il pastore, in quanto rappresentano una fonte di reddito: gli danno latte,
lana e carne. Sono, insomma, animali che il pastore sfrutta in molti sensi e
fino in fondo. Per questo, ci lascia un po’ perplessi che l’Antico Testamento
parli di Dio come di un pastore, e del popolo di Israele come di un gregge. E
ancor più perplessi rimaniamo per il fatto che il Nuovo Testamento applichi
questa metafora a Gesù. Ma nella Bibbia il rapporto pastore - pecora è
capovolto. Non si mette in evidenza l’utilità della pecora per il pastore, e lo
sfruttamento che questi fa del suo gregge, ma si mette in risalto la
sollecitudine amorevole del pastore per le pecore. Abbiamo tutti nel cuore il
Salmo 23, che canta: il Signore è il mio pastore, nulla mi manca. Se il pastore
è Gesù, la pecora è tanto preziosa che per le pecore egli dà la sua vita. Perciò,
l’apostolo Paolo può scrivere: Dio mostra la grandezza del proprio amore per
noi in questo: che mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. E
perciò, Gesù si può definire non solo il Pastore ma il Buon Pastore». Da una riflessione di Salvatore Ricciardi, Pastore
evangelico