25 maggio 2014

IL VANGELO CI PARLA. Gesù ha detto: “Io sono il buon pastore… e do la mia vita per le pecore… Giovanni 10,14-15”. Se nella realtà della vita, e delle sue leggi commerciali, il pastore conta più della pecora, il messaggio biblico sottolinea esattamente il contrario: la pecora vale più del pastore!

ilvicinato@ - Fonte: Unione delle Chiese metodiste e valdesi: «Le pecore sono preziose per il pastore, in quanto rappresentano una fonte di reddito: gli danno latte, lana e carne. Sono, insomma, animali che il pastore sfrutta in molti sensi e fino in fondo. Per questo, ci lascia un po’ perplessi che l’Antico Testamento parli di Dio come di un pastore, e del popolo di Israele come di un gregge. E ancor più perplessi rimaniamo per il fatto che il Nuovo Testamento applichi questa metafora a Gesù. Ma nella Bibbia il rapporto pastore - pecora è capovolto. Non si mette in evidenza l’utilità della pecora per il pastore, e lo sfruttamento che questi fa del suo gregge, ma si mette in risalto la sollecitudine amorevole del pastore per le pecore. Abbiamo tutti nel cuore il Salmo 23, che canta: il Signore è il mio pastore, nulla mi manca. Se il pastore è Gesù, la pecora è tanto preziosa che per le pecore egli dà la sua vita. Perciò, l’apostolo Paolo può scrivere: Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. E perciò, Gesù si può definire non solo il Pastore ma il Buon Pastore». Da una riflessione di Salvatore Ricciardi, Pastore evangelico