ilvicinato@ - Fonte: Lo scoglio n°100
- «Le qualità
di Enrichetta non
sfuggirono al governatore dell'isola, il Generale Antonio Drouot, che, malgrado
la differenza di età (nel 1814 aveva 40 anni) e la dura scorsa del soldato
reduce da cento battagt1ie, se ne innamorò perdutamente. Napoleone lo
incoraggiava a formarsi una famiglia ed apprezzava molto le doti della
"Vantina". Ma quando era tutto pronto per celebrare le nozze, da
Nancy arrivò una lettera della madre di Drouot che negava il consenso perché
non voleva una nuora "straniera". Era tanta la devozione del Generale
per la madre che rinunciò al matrimonio. Si dice che patì le pene dell'inferno.
Nel palazzo reale l'imbarazzo era palpabile, ma il promesso sposo fu
irremovibile e cessò ogni rapporto con Enrichetta. Furono sospese anche le
lezioni di italiano che la ragazza dava ogni giorno al Generale filosofo. Il 26
febbraio 1815 il trionfale ritorno in Francia, poi i Cento Giorni e infine la
disfatta di Waterloo. Drouot venne processato davanti al tribunale militare e,
dopo tre anni di calvario, fu assolto dall'accusa di tradimento. Si ritirò in
pensione ed andò a vivere con la madre a Nancy, dove finirà i suoi giorni
circondato dalla stima e dall'affetto dei suoi concittadini. Aveva 71 anni. E
la Vantina? Andò in sposa al maggiore Antonio Patriarchi, comandante della
guarnigione granducale di Siena. Nella città del Palio, nel 1822, incontrò il
Pons che la trovò serena, molto apprezzata e benvoluta anche nel suo nuovo
ambiente. Il vecchio direttore delle miniere di Rio si rallegrò molto e,
ripercorrendo le tormentate vicende dei fedelissimi di Napoleone dopo la
Restaurazione, sentenziò che il veto posto dalla madre del Generale aveva fatto
la fortuna di Enrichetta». Fine