umbertocanovaro@ - Rubrica
XL “Del’Operaio di San
Iacomo”: «Gli Anziani che del mese di Genaio si ritroveranno
col Consiglio dei Dodici (una specie di Giunta esecutiva della comunità,
n.d.a.) siano tenuti scrutinare un buono e sufficiente huomo per operaio della
Chiesa di San Iacomo e di tutte l’altre chiese, le quali fussero sotto la
protettione e governo del Comune di Rio; il quale per vinculo di suo
giuramento, sia tenuto per fare inventario di tutti li beni stabili e mobili di
essa opera et essi beni mantenere et accrescere e salvare, quanto sia
possibile. Sia tenuto detto operaio tenere e rendere conto dell’entrata e spesa
di essa opera in un libro di Carta Reale ben legato con le sue coreggie, nel
quale tutti l’operai che per il tempo
seranno, debbano scrivere i conti del opera e seguitare come è finito un
libro, comprarne un altro; sia tenuto ancora detto operaio risquotere li resti
della gita di mese in mese dalli Capitani di Gita e più presto (cioè prima,
n.d.a.) se a lui parera. Intenda esso operaio con diligentia quello che avanza
con l’huomo che fà il conto con il Capitano de la Gita et ogni anno renda conto
della sua administratione chiaro alli
modolatori che per li Anziani li seranno cavati (da loro nominati, n.d.a.) e il
Commissario ne habbi cura lui». È questa una rubrica molto interessante, dalla
quale si evince che l’antico termine di operaio andava inteso come una sorta di
tesoriere che amministrava i beni della parrocchia (come la definiremmo oggi). La
Gita, cui si riferisce la norma, era il percorso che tutti assieme, sugli asini
carichi di minerale, scortati dalle guardie per evitare furti e saccheggi, gli
antichi cavatori periodicamente facevano alla marina di Rio per cumulare il
minerale e poi imbarcarlo su navigli per il continente. E’ altresì interessante
annotare come si pagasse una tassa per ognuna delle Gite all’operaio di San
Giacomo per il mantenimento dei beni ecclesiali. Umberto Canovaro