ilvicinato@ - CAPITOLO PRIMO: «Sull’isola regna il silenzio assoluto della notte. Il monastero è un
ammasso nero che si confonde a mezzo monte col cielo illuminato da una falce
sottile di luna, emaciata e sinistra. Il mare sotto e lontano non rumoreggia, non
un alito di vento. All’improvviso frà Guboldo ,pieno di sudore,salta sul
giaciglio della cella dove dorme. Spalanca gli occhi, si tocca la gola. Un filo
di luce lunare filtra dalla monofora e gli illumina il saio. Guboldo osserva e
non vede tracce di sangue. Eppure, solo pochi attimi prima, aveva visto la sua
stessa testa spiccata dal collo e portata in giro appesa ad una picca…». CAPITOLO SECONDO: «A Genova è notte fonda. Qualche latrato di cane e
fronde di foglie per un leggero vento settembrino. Una nuvoletta rende appena
visibile la mezzaluna splendente in alto nel cielo. Andrea Doria è sveglio non
riesce a dormire. Cosa accadrebbe se la flotta imperiale fosse sconfitta dai turchi?
Una domanda che lo tormenta da tempo. Genova come potrebbe difendersi da sola? Dove
potrebbe trovare risorse economiche per allestire una nuova flotta? Questi
interrogativi lo angosciano ormai da tempo e in questa lunga notte,quasi di
scirocco,sono divenuti particolare motivo di sofferenza…». CAPITOLO TERZO: «Al Al-Mahdia era notte calda ed umida. Uno
scirocco che penetrava dentro le ossa e che spirava, oramai, da giorni. Dragut
si era fatto portare nella sua stanza una delle prigioniere del bagno, l’aveva
notata qualche giorno prima,risaltava tra le donne per la bellezza. Era
abituato a prendersi la donna che più gli piaceva tra le nuove schiave.
Riteneva la donna una preda allo stesso modo con cui si accaparrava di ogni
cosa,di ogni oggetto nelle sue scorribande lungo le coste italiane. Possedere
una donna e poi lasciarla era per lui un fatto normale. Mai si era legato in
matrimonio a nessuna. Mai ne aveva perciò ripudiata alcuna. Tutte dovevano
obbedire in silenzio…».