ilvicinato@ - Ai funerali del giovane avvocato Claris Appiani c’era l’intero
paese, idealmente era partecipe tutta l'Isola d’Elba. La Chiesa di Santa
Barbara non è riuscita a accogliere le molte persone che sono state costrette a
rimanere nella piazza antistante. Tutti si sono stretti attorno al babbo Aldo,
alla mamma Alberta, alla sorella Francesca e all’anziana nonna Wanda. Al
termine della funzione religiosa il giovane legale è stato commemorato da due
suoi amici e dal sindaco di Rio Marina. Il discorso finale, quello più
emozionante, è stato pronunciato Aldo Claris Appiani che si è rivolto alle
istituzioni, non per inseguire rancori, ma per avere giustizia. Aldo ha esordito
citando una ballata (La morte di Piero) di Fabrizio De André: “Arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di
primavera”, e ha proseguito: «Lorenzo
era un soldato senza armi che ha varcato la frontiera disarmato. È andato
disarmato all'appuntamento con il suo assassino». Poi, fra l’altro, ha aggiunto: «Lorenzo non ha subito il male ma ha incontrato il
male assoluto. Non provo rancore, ma voglio giustizia perché quella persona è
il male, e la giustizia deve combattere il male. Voglio che venga riconosciuta
una responsabilità individuale: non è colpa della società, non si può dare la
colpa alle circostanze, chi deve pagare paghi! Noi dobbiamo combattere tutti
quelli che in questo momento sembrano cercare scusanti, che cercano motivi per
comprendere, laddove c'è stata invece solo distruzione e morte, la morte anche
della mia vita. Non si ripeta più che la folla scelga e acclami Barabba!».