ilvicinato@ - Fonte Riforma (Chiese battiste, metodiste e valdesi)
- «Gesù si trova in barca con i
suoi discepoli, è tranquillo e si addormenta. In quel momento si alza un gran
vento, il mare è in burrasca e diventa minaccioso. La paura assale i discepoli,
che se la prendono con Gesù. Ritengono che la sola sua presenza sia sufficiente
a evitare qualsiasi pericolo, a tenere lontano una qualsiasi minaccia. Ci sono
molti che la pensano così: il fatto di credere nel Signore è sufficiente per
non correre alcun pericolo. Perciò i discepoli di ieri, e anche di oggi, si
rivolgono a Gesù con parole che hanno un venatura di rimprovero. Non pensi a
noi che siamo nel pericolo? Non ti curi dei tuoi figli quando la minaccia
diventa pressante e ci assale una paura mortale? Un pericolo imminente e una
grave minaccia mettono in crisi la fede dei discepoli, che pur sanno di poter
contare sul loro Signore. Ecco perché gli si rivolgono con le parole: “Signore,
salvaci, siamo perduti”. La risposta di Gesù ha molte facce: è un rimprovero,
una valutazione della loro fede e un comando al mare che si calma. Non è che i
discepoli non abbiano fede in Gesù, lo dimostra la loro richiesta a Gesù. Ma
hanno una fede difettosa. “Poca fede” dice Gesù. Questo perché la fede si
dimostra tale proprio nei momenti di difficoltà, non quando tutto è pacifico e
tranquillo. Il pericolo mette alla prova la fede, ieri e oggi. Nei pericoli,
nelle debolezze e nelle contraddizioni si dimostra la potenza e misericordia di
Dio, ma anche la qualità, la misura della nostra fede. Questa si tempra e si
rinvigorisce nelle esperienze che la vita ci propone con le sue contraddizioni».
Da una
riflessione di Domenico Tomasetto, Pastore evangelico