12 luglio 2015

IL VANGELO CI PARLA, LA PAGLIUZZA E LA TRAVE: “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? Luca 6,41”. Tutti sono pronti più a biasimare gli errori degli altri che ad apprezzarne le cose bene fatte!

ilvicinato@ - «Partiamo da un racconto indiano: “Un discepolo si era macchiato di una grave colpa. Tutti gli altri reagirono con durezza condannandolo. Il maestro, invece, taceva e non reagiva. Uno dei seguaci non seppe trattenersi e sbottò: “Non si può far finta di niente dopo quello che è accaduto! Dio ci ha dato gli occhi!” Il maestro, allora, replicò: “Sì, è vero, ma ci ha dato anche le palpebre!”. Purtroppo, dobbiamo ammettere che questo piacere perverso di spalancare gli occhi sulle colpe del vicino è una tentazione insuperabile che ci capita spesso. Gesù è inesorabile contro gli ipocriti che correggono il prossimo per esaltare sé stessi e, anche in questo caso, troviamo una incisiva lezione nella parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18,9-14). In tutti gli ambienti ci imbattiamo in questi occhiuti e farisaici censori del prossimo, ai quali non sfugge la benché minima pagliuzza altrui. Si ergono altezzosi, convinti di essere investiti da Dio di una missione al servizio della verità e della giustizia. In realtà, essi si crogiolano nel gusto perverso di sparlare degli altri e si guardano bene dall’esaminare con lo stesso rigore la loro coscienza, inebriati come sono del loro compito di giudici. Ecco, allora, l’accusa netta di Gesù: guarda piuttosto alla trave che ti acceca!».