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Fonte
Unione delle Chiese metodiste e valdesi - «Il
personaggio biblico qui citato si chiama Giobbe. La sua storia è una lotta
contro la sofferenza. Lo incontriamo in un libro della Bibbia molto complesso.
Il problema sorge dagli interrogativi sul perché delle sofferenze di Giobbe, ma
domande che sono anche uno specchio di quelle che ognuno di noi si pone
riguardo al motivo del proprio soffrire. La risposta di Dio, nel racconto
biblico, sorprende ogni lettore. Dio non presenta delle chiare spiegazioni
riguardo al dolore, ma interroga Giobbe, cioè apre con lui un dialogo per
portarlo ad una confessione di fede. Giobbe riconosce che Dio è amato non per
dei benefici ottenuti, ma solo per amore. Il lettore biblico che vuole trovare
la spiegazione del perché del soffrire umano, rimane deluso. Giobbe non è
l’uomo che chiarisce, ma l’uomo che è in lotta con la propria esistenza e con
Dio stesso. La sua fede è radicata nell’amore e la sua sofferenza non rende
meno forte tale amore. Egli accetta di essere piccolo e di non poter capire
tutto, ma lascia a Dio la sovranità sul proprio vivere. Le nostre continue
domande sul perché vi sia la sofferenza o sul perché vi sia la morte non
trovano risposte definitive, ma sono rimesse in movimento nel rapporto
uomo/donna e Dio affinché giunga nell’umanità la vittoria su ogni male più che
la spiegazione dell’origine del male. Per il cristiano questa vittoria è già
giunta con l’opera di Gesù Cristo, il Salvatore, perché egli ha prodotto in noi
la potenza dell’amore di Dio che è la resurrezione». Alcuni stralci di una
riflessione di Giovanni Anziani, Pastore evangelico