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Stefano
Rebua, titolare dell'omonima azienda agricola di Porto Azzurro: «Ogni mattina mi sveglio con l'ansia di andare a
vedere cosa è successo durante la notte, ormai è un'incursione quotidiana. Il
nostro terreno, 50mila metri, è tutto coltivato a rutta e risiede nel perimetro
del parco, ma l'Ente pensava di risolvere il problema con una singola gabbia». Giampiero Sammuri, presidente
del Parco nazionale: «Quell’agricoltore ha sempre
rifiutato l’utilizzo delle gabbie. 1.200 cinghiali catturati in un anno dal
Pnat sono numeri importanti, numeri che i cacciatori non possono raggiungere
perché non possono utilizzare i nostri strumenti». Guido Allori,
presidente elbano di Coldiretti: «L’azienda
agricola Rebua non è un caso isolato. Tutti gli agricoltori elbani sono
perseguitati dai cinghiali in maniera non più sostenibile. Ci vuole una
assunzione di responsabilità, o lasciamo cacciare i cinghiali su tutto il
territorio dell’Isola, oppure il Parco se ne assuma l’intera responsabilità».