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Fonte notizia tenews.it –
Dopo il video-inchiesta di Carlo
Gasparri, ora alcuni stralci del reportage Fabrizio Prianti: «Certamente il percorso che ci mostra Gasparri merita
ancor più attenzione perché, oltre alla difficoltà di camminare in
sicurezza, per questi sentieri s’incontrano ben due manufatti una volta adibiti
a rifugi, manufatti trascurati dei quali uno addirittura sfondato dalla caduta,
qualche anno fa, di un grosso pino che ne ha distrutto la copertura. Nonostante
la chiusura della porta d’ingresso con tronchi di albero, il rifugio sembra
divenuto al suo interno una discarica di materiale che sembra eternit e che ricopriva
e ne ricopre ancora in parte il tetto. I rifugi sono da sempre un patrimonio e
una sicurezza per gli escursionisti in caso d'improvviso maltempo, ma non
finisce qui ci racconta Gasparri, vicino a quello che una volta era “L’Orto
botanico del Perone” (realizzato dalla ormai scomparsa Comunità Montana) da una
decina di anni lasciato morire dall’incuria, insiste ancora un vecchio recinto
realizzato illo tempore con rete metallica e filo spinato dove una volta erano
ospitati dei Daini, nel folto della macchia non è difficile per chi si
avventurasse per funghi o per diletto inciampare in questo recinto-trabocchetto
e farsi veramente male».