ilVicinato@ - Fonte notizia elbareport.it – Alcuni
stralci di un articolo di Franco Cambi,
professore ordinario di archeologia all'Università di Siena: «Non so come finirà la brutta faccenda di Cavo, un luogo che
evoca ricordi felici e lontani. Servirebbe, a questo punto, una più attenta
mappatura della zona e una meticolosa documentazione delle emergenze. Non
occorre stanziare somme enormi. Serve utilizzare competenze adeguate, questo
sì, e in un quadro armonioso, coordinato, equilibrato. L'unica osservazione
archeologica che mi sento di fare è questa: non si può trasformare un luogo del
quale non si sa nulla o quasi, tanto più se si tratta di un edificio
architettonicamente complesso. Fra l'altro, continuiamo a chiamarlo villa ma
dove sono le prove che si trattasse effettivamente di una villa marittima e non
di altro? (…) È vero che ci sono meno fondi che in passato per restauri,
consolidamento e valorizzazione, ma la tradizionale lagnanza sulla scarsità di
risorse finanziarie non spiega tutto. Ci sono in Europa città piccole e
piccolissime, a volte anche più povere di tante città italiane in cui
prosperano musei e parchi culturali invidiabili (…) Non è vero che il
patrimonio culturale non rende. Chi dice questo è perché vuole noi e i nostri
figli ignoranti per poterci meglio abbindolare.(…)».