13 agosto 2016

I MUSEI NAPOLEONICI ELBANI VISTI DA DENTRO: “Il dibattito non riesce a centrare le cause dell'attuale situazione non positiva. Facciamo un po’ di chiarezza”. 1di4

- l.giorni@ - «Ho seguito con attenzione sia su giornali cartacei che on line e su blog quanto scritto sui musei napoleonici  elbani  fin dal 2014 e ho notato che il dibattito non riusciva, a mio modo di vedere, a centrare le cause dell'attuale situazione non positiva delle residenze napoleoniche. Si dovrebbe innanzitutto prendere atto dei cambiamenti in corso nel settore dei beni culturali, cambiamenti introdotti dalla riforma partita nel 2014 dell'attuale ministro (MiBACT: ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) On. Dario Franceschini. Tralascio la parte della riforma che riguarda i musei autonomi e le modificazioni delle Soprintendenze, e mi soffermo solo sui siti museali medio piccoli come quelli elbani. La divisione fra tutela e valorizzazione, forse un po' ideologica  in quanto le due cose poi in realtà tendono ad  andare a braccetto. Questa divisione avrebbe però il pregio di dare risposte rapide ad un settore come quello legato al   turismo culturale con la valorizzazione dei siti museali. Infatti con la riforma i musei napoleonici sono stati inseriti nel Polo Museale  Regionale della Toscana (con sede a Firenze), prima invece erano gestiti dalla Soprintendenza di Pisa. Il Polo gestisce tramite i direttori dei musei le sedi e si dedica quindi alla loro valorizzazione. Il direttore dei singoli musei  dovrebbe avere uno staff, e infatti la nuova direttrice (dei musei Elbani e della Certosa di Calci-Pisa) cioè la Dottoressa D'Aniello Antonia (storica dell'arte) è coadiuvata da un esperto di giardini e da un architetto. A questo punto i musei si dovrebbero dotare di statuto e di un bilancio , così indica la riforma, e percepire gli incassi derivanti della vendita dei titoli di accesso». Lorenzo Giorni, dipendente del Museo Napoleonico di Villa San Martino (continua…)