ilVicinato@ - Fonte notizia Lelio Giannoni - «Vincenzo
Giannoni, nato a Rio nel 1755, aveva proseguito l’attività economica del padre
e dei nonni e ben presto, da semplice padrone marittimo, era divenuto armatore.
I fratelli Giannoni: Vincenzo, Domenico, Francesco, Bernardo e Carlo, benché
analfabeti, come la quasi totalità della popolazione elbana, avevano
contribuito in modo decisivo alla crescita della Spiaggia di Rio e della sua
marineria, facendosi promotori di numerose iniziative civiche e commerciali,
non ultima la fondazione della Cassa di Redenzione degli Schiavi. Non solo, ma
come tutti i marinai riesi, godevano di grande considerazione presso
l’Amministrazione francese, per l’ottimo servizio di trasporto che prestavano
alla Direzione della Miniera. Si narra che nel 1814, i fratelli Giannoni con
una lancia accompagnarono il Grande còrso a scandagliare i fondali della rada
di Rio Marina. Finito il lavoro, appena la barca s’incagliò sulla battigia,
Vincenzo che era rimasto a terra, si fece avanti e offrì un bicchiere del suo
aleatico all’imperatore, che si complimentò vivamente per l’eccellente qualità
del vino. Al che Vincenzo, confuso per i complimenti di cotale personaggio,
nell’intento di spiegare che in passato aveva prodotto anche annate di miglior
qualità, si lasciò sfuggire un improvvido: ”Maestà, ne abbiamo anche del
migliore!”. “Bene (rispose Napoleone) lasciatevelo per un’occasione più
importante di questa!”».