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Una tartana (Foto di repertorio) |
ilVicinato@
- Fonte notizia: Lelio Giannoni - «Anche
sul ponte di Capo Pero gli operai lavoravano alacremente per completare il
carico della tartana Antonietta che, di lì a poco, sarebbe partita per
Follonica. A bordo dell'Antonietta, ormeggiata al ponte di Rialbano, alle prime
avvisaglie di bufera, si diffuse il panico tra l'equipaggio. Il comandante,
Francesco Martelli, si trovava a terra a sbrigare le solite pratiche doganali
prima di salpare alla volta di Follonica. A bordo nessuno poteva né sapeva
decidere sul da farsi, ma intanto l'ancora mollava leva leva e la tartana
batteva sempre più violentemente contro i piloni del ponte. Se avesse
continuato così, non avrebbe resistito a lungo. Fu a quel punto che il capitano
Garibaldo Paperini, seguito da alcuni operai della caricazione, saltò sul
bastimento, ne prese il comando e con l'aiuto di alcuni compagni rimasti sul
pontile, riuscì a mollare gli ormeggi e a far vela verso il largo, per poi
puntare su Longone, dove avrebbero trovato un approdo sicuro (…) La tartana
Antonietta stava bordeggiando fuori la Ripa Bianca, ma il mare ormai s'era
ingrossato a dismisura e con quell'onda, il bastimento non riusciva a governare
a dovere, tanto che la sua prua s'abbatteva sempre più pericolosamente verso
terra. All'altezza del Portello l'Antonietta incrociò il rimorchiatore Giove,
il cui capitano temendo che la tartana finisse sugli scogli, s'offri di
rimorchiarla verso il largo. Quest'operazione si rivelò, in vero, più
pericolosa del previsto, tanto che il vaporetto fu più volte sul punto di
ingavonarsi. Quando poi rischiò l'affondamento, il comandante fu costretto a
tagliare il cavo di traino, pensando che ormai il bastimento, con un po' di
fortuna, avrebbe potuto raggiungere l'insenatura del Porticciolo. Là, nella
peggiore delle ipotesi, almeno l'equipaggio si sarebbe messo in salvo. Così
l'Antonietta si diresse, pur in condizione di estremo rischio e difficoltà
verso quella spiaggia e dette fondo ad una cinquantina di metri dalla riva, in
attesa di un'abbonacciata. Intanto a bordo dell'Antonietta le cose si stavano
mettendo al peggio: il bastimento si dibatteva violentemente tra le onde e
cominciava ad imbarcare più acqua di quanta i marinai riuscissero ad aggottare,
tanto che il capitano Paperini, temendo per la sorte dell'equipaggio, invitò i
più giovani a saltare sulla lancia di salvataggio per mettersi in salvo sulla
spiaggia del Porticciolo, ma quando la barca arrivò vicino alla riva,
s'incagliò e si capovolse. Quattro persone scomparvero tra le onde e di loro
non si seppe più niente. Neanche i loro corpi furono più ritrovati. Perirono:
Cignoni Corrado di anni diciassette operaio, Bernardo Galletti di anni
ventinove ammogliato con figli, Giannoni Dante di anni diciassette marinaio,
Martelli Ernesto di Francesco di anni otto, tutti di Rio Marina. Il quinto
riuscì miracolosamente a mettersi in salvo e, con l'aiuto dei suoi compagni
rimasti a bordo, a risalire sul bastimento. Più tardi l'Antonietta fu
scaraventata a terra dalle onde ma, per fortuna, il resto dell'equipaggio fu
tratto in salvo dal prodigioso intervento di un gruppo di civili e militari,
coordinati dall'incaricato di porto, Iacopo Papuccio». L’intero articolo di Lelio Giannoni
è stato pubblicato sulla rivista La Piaggia nell’autunno 2003.