ilVicinato@ - Salvatore
Insalaco: «Quella mattina del 25 agosto di trent’anni fa, la paura era calata
prepotentemente, visibile nei volti dei familiari, degli amici, dei colleghi.
Insieme al capo della segreteria, Adriano Martorella, dovemmo organizzare in
tempi rapidissimi tutto: comunicazioni alle autorità, Ministero della
Giustizia, Procura della Repubblica, forze dell’ordine. Poi, non esistendo i
telefoni cellulari mi toccò correre in paese, con la mia fiat 127 azzurrina,
nella ricerca del vice comandante Mario Palazzo, quel giorno in ferie. Lo
trovai nella piazza principale del paese mentre passeggiava con l’ex comandante
del carcere di Porto Azzurro, Mascioli, trasferito nel frattempo a Pisa. Le mie
prime parole sono state queste: “Mario, sali subito che su è successo un
casino”. I sequestratori volevano un elicottero con cui scappare. Il sindaco
Maurizio Papi pur di salvare gli ostaggi era a favore della linea del cedimento
alle richieste dei detenuti. Per questo fu sospeso per due mesi dall’incarico.
Una settimana di ansia e di paura, soprattutto per i familiari dei sequestrati.
La comunità locale e nazionale scossa da un evento impensabile». (continua)