ilVicinato@ - Gianfranco Vanagolli: «D’amore
e d’acqua, l’ultimo romanzo di Maria Gisella Catuogno, è un calendrier d’une
tranche de vie dei coniugi Simenon, Georges e Tigy, costruito con un mix di
scrupolosa aderenza ai giorni e di un’invenzione ricca e sempre sorvegliata (…)
un esperimento riuscito e riguardo alla sua architettura, solida, rigorosa (un
pregio non da poco agli occhi di chi, come me, accoglie senza riserve
l’opinione di Hemingway secondo la quale il romanzo è innanzitutto, appunto,
architettura), e alla sua cifra linguistica, che in certi momenti in cui vuol
rendere un paesaggio dove abbondano cose, siano esse opere dell’uomo o della
natura, alberi, fiori, erbe, corsi d’acqua, marine, cielo, ha degli accenti
flaubertiani e altrove li supera fino a incontrare il Naturalismo (…) Il
calendrier si estende dal 1926 al 1934, articolato su due temi principali: il
ménage della coppia e il viaggio. Essi interessano la Catuogno nella stessa
misura, rappresentando entrambi altrettanti motori del racconto, ma il primo la
incuriosisce e la intriga per la sua peculiarità: Georges esprime degli
appetiti sessuali famelici e sebbene la moglie sia sempre pronta a soddisfarli (…)
Il secondo tema è quello che dà respiro al romanzo, mettendoci dentro una
varietà di orizzonti e il tempo necessario a percorrerli (…) La Méditerranée en
goélette, il diario di bordo stilato da Simenon dal maggio all’ottobre del
1934, testimonianza di un viaggio inteso, come gli altri, a bruciare un’ansia
di rifiuto ad accantonare radici e convenzioni, a cercare una riconciliazione
con la natura e dunque al raggiungimento di una mèta più immateriale che
geografica, che la Catuogno rilegge, mostrandosene coinvolta, anche perché le
sue coordinate incrociano, tra le altre terre emerse, l’isola d’Elba, cioè la
sua isola. Ma il diario è storia di soli cinque mesi, mentre il romanzo
restituisce l’intera vicenda del giramondo Georges (…)».