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Appendice VI (2a parte). Abbiamo visto già la prima parte di un'importante
lettera inviata probabilmente all'anonimo Commissario del territorio riese, che
riguarda un accordo con il Granduca
Francesco I Medici, signore in Portoferraio, per consentire la libera
circolazione delle merci su tutta l'isola. Vediamo adesso come esso si
concretizzava: «Così vi comandiamo per quanto havete cara la gratia nostra e
temete l'indignatione (nostra, nda) et per che si è parimente convenuto, per
evitare le fraudi, che quando si veranno a estrare dette robe e grascie in
grosso et più oltre d'una soma (*) per volta, che se ne deva pigliar la poliza
dallo rettore de luoghi di dove si estraranno et tal rettore sia obligato fare detta poliza et licentia gratis e senza
pagamento. Non mancherete pero d'exequire circa questo particulare delle
esrattioni in grosso quanto è detto di sopra, cioè che devete dar le licenze e
far le polize gratis, ricordandovi non di meno di registrare dette licentie a
un libro che terete appartato per questo effetto per haverne riscontro sempre
che bisognasse e tal libro consegnerete poi a' successori; e state sano. Di
Piombino, li X d'Aprile 1581. Alessandro Aragona d'Appiano. Antonio Melilli
Segretario». (*) La soma era una misura di capacità variabile a seconda dei
territori, fra i 70 e i 188 litri o chili. Quindi nessun dazio sulle terre da
Rio al Ferrajo e viceversa, in virtù di
quell'accordo fra Signori, per le merci che circolavano all'ingrosso, con il
solo obbligo di annotarle. Umberto Canovaro