20 ottobre 2018

STATUTA RIVI (sec. XIII): “Nessun dazio per le merci che circolavano all'ingrosso da Rio al Ferrajo”

umbertocanovaro@ - Appendice VI (2a parte). Abbiamo visto già la prima parte di un'importante lettera inviata probabilmente all'anonimo Commissario del territorio riese, che riguarda un accordo con il  Granduca Francesco I Medici, signore in Portoferraio, per consentire la libera circolazione delle merci su tutta l'isola. Vediamo adesso come esso si concretizzava: «Così vi comandiamo per quanto havete cara la gratia nostra e temete l'indignatione (nostra, nda) et per che si è parimente convenuto, per evitare le fraudi, che quando si veranno a estrare dette robe e grascie in grosso et più oltre d'una soma (*) per volta, che se ne deva pigliar la poliza dallo rettore de luoghi di dove si estraranno et tal rettore sia obligato  fare detta poliza et licentia gratis e senza pagamento. Non mancherete pero d'exequire circa questo particulare delle esrattioni in grosso quanto è detto di sopra, cioè che devete dar le licenze e far le polize gratis, ricordandovi non di meno di registrare dette licentie a un libro che terete appartato per questo effetto per haverne riscontro sempre che bisognasse e tal libro consegnerete poi a' successori; e state sano. Di Piombino, li X d'Aprile 1581. Alessandro Aragona d'Appiano. Antonio Melilli Segretario». (*) La soma era una misura di capacità variabile a seconda dei territori, fra i 70 e i 188 litri o chili. Quindi nessun dazio sulle terre da Rio al Ferrajo e viceversa, in virtù  di quell'accordo fra Signori, per le merci che circolavano all'ingrosso, con il solo obbligo di annotarle. Umberto Canovaro