21 febbraio 2019

RACCONTI ELBANI: PIERAUGUSTO, L' AVVISTATORE DI DELFINI...

ilVicinato@ - Da un simpatico racconto di Gianfranco Panvini pubblicato per intero su elbareport.it: «(...) Ci precipitammo tutti vicino a Pieraugusto, che aveva urlato con il braccio proteso verso un punto preciso del mare, e continuava a urlare: "Delfiniii", con la foga dei marinai di Cristoforo Colombo quando avvistarono la terra. Se devo essere sincero, io non vedevo nulla, però pensai che in quel momento forse i delfini si erano tuffati, e guardavo attentamente in attesa di vederli spuntare. Dopo un po' pensai che forse Pieraugusto si era ingannato, ma siccome continuava a urlare a squarciagola, attesi. Per un po' non successe altro, poi anche Maurizio cominciò a urlare, seguito dagli acuti delle donne. Continuavo a non vedere nulla, e fui propenso a ritenere che, se io fossi stato un delfino, udendo tutto quel baccano, sarei fuggito distante molte miglia. Dopo vari minuti di attenta osservazione, anch'io scorsi una sagoma scura che si muoveva, compariva e scompariva. Visto che, dopo un po', la distanza rimaneva invariata e i delfini non manifestavano l'intenzione di avvicinarsi, nonostante l'affascinante richiamo di Pieraugusto, quest'ultimo disse a Maurizio: "Accosta verso di loro, ma lentamente". Mi chiesi come si sarebbe comportato Maurizio se Pieraugusto gli avesse detto di andare "velocemente". Maurizio virò di novanta gradi e la barca con un ampio cerchio, si diresse lentamente (come sempre) verso i delfini. Quando fummo a trenta metri mi sentii cogliere dall'emozione: era il delfino più grosso che avessi mai visto o immaginato di vedere. Aveva un unico problema: era un po' fiacco, non faceva i tuffi spettacolari che in genere fanno gli altri delfini; sembrava che questo avesse dei problemi familiari che l'avevano reso svogliato o triste. Quando fummo ancora più vicini, ne comprendemmo la ragione: era un grosso tronco d'albero, scuro e affusolato, simile a un delfino, ma del tutto incapace di tuffarsi con la stessa grazia».