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Oggi è il quarto anniversario della strage del Tribunale di Milano in cui
furono uccise tre persone fra cui il giovane avvocato Lorenzo Claris Appiani. Così
il padre Aldo ha affidato alcune sue riflessioni alla sua pagina Facebook: «Il
9 aprile 2015 tre persone, un giudice, un testimone e un cittadino che
partecipava a un processo, sono stati uccisi nel Tribunale di Milano. Il loro
torto, grave, fu quello di fidarsi dello Stato perché mai più avrebbero
pensato, e noi con loro, che un criminale, che li considerava nemici cui far
pagare uno “sgarro” che pensava di aver subito, li riunisse proprio in
Tribunale per la mattanza, proprio come faceva la mafia, ma nei ristoranti.
Evidentemente sapeva perfettamente che il sistema di sicurezza era solo un
teatrino di cartapesta, costoso ma assolutamente inefficiente. Dal l’assassinio
di Giulio Cesare niente di paragonabile si era verificato in Italia nel luogo
dove si amministrava la giustizia, luogo simbolo del contratto sociale. Sono passati
4 anni ma lo Stato non sembra essersi ancora reso conto del baratro che quel
giorno si era aperto. Dopo di allora altri avvenimenti luttuosi si sono
verificati con il concorso del mal governo e dell’inefficienza
dell’amministrazione. Ultimo, non meno devastante, l’uccisione di un ragazzo
spensierato da parte di un criminale che avrebbe dovuto essere in galera perché
già condannato, ma che non lo era per “ritardi burocratici”. Si sono succeduti
i governi ma l’incapacità ad agire è sempre la stessa: indignazioni e vicinanza
alle vittime di rito, opposte tifoserie sul nulla, qualche leggina semi inutile
buona per le favole della buona notte. E intanto il baratro morale ci sta
inghiottendo e lo Stato, persa ogni parvenza di autorevolezza, non desiste dal suicidio».