ilVicinato@ -
«Siamo nell’immediato dopoguerra, le infrastrutture italiane sono in ginocchio perché
distrutte dal conflitto o perché bombardate come le fabbriche e gli
stabilimenti siderurgici, nelle miniere di ferro dell’Isola d’Elba si lavora a
quindicina, cioè quindici giorni sì e quindici giorni no. Pertanto anche lo
stipendio è dimezzato e come disse Vincenzo Cascione “le cambiali ci mangiano
gli occhi”. La situazione era davvero disperata. Il sindacato convocò a Rio
Marina una riunione al Casone (il cinema-teatro Pietri, dove ora c’è l’omonimo centro
polivalente), lo scopo era quello di ottenere lavoro, facile a parole, ma
difficile nei fatti. L’assemblea era molto accalorata. Fra i tanti prese la
parola Ardelio Galletti, un minatore del cottimo, che fece una proposta che lì per lì sembrò
ovvia: “Si rompe, si bara e il lavoro si cria (produce)”. Tutti applaudirono!».