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l’8 settembre 2014 - «Durante l’ultima seduta del consiglio comunale di Rio
abbiamo assistito ad atteggiamenti intolleranti da parte della presidente del
consiglio e del capo dell’amministrazione. I due, in più di un’occasione, si
sono appellati al regolamento cancellando una prassi consolidata da sette anni.
Barbagli ha giustificato tale atteggiamento, affermando: “Il passato è passato, se
c’era una benevolenza ora non c’è più perché c’è tanto da fare”. La
ragione del contendere è evidentemente il numero delle interrogazioni
presentate dal gruppo consiliare d’opposizione. La prima interrogazione all’ordine
del giorno risale addirittura allo scorso 28 febbraio (quattro mesi fa!). La
presidente che convoca il consiglio comunale dopo settantadue giorni, con un
calcolo aritmetico stabilisce che le interrogazioni di Cambiamo! sono troppe,
anzi: “A volte
sono un po’ il pelo nell’uovo”. Per il Corsini nella foga del
dibattito, invece, le quattro
mozioni e le undici interrogazioni sono diventate, prima ventisei
e poi addirittura sessantasei. E infine, spazientito, ha detto: “Ma il consiglio comunale
deve occuparsi di queste cose?”. Che dire delle mozioni presentate dall’opposizione?
Qui il Corsini, dopo aver detto sulla richiesta della Barbagli
come votare (“Sindaco, come dobbiamo votare?”), ha sostenuto che l’istituzione
del consiglio comunale dei ragazzi, l’istituzione delle commissioni consiliari
e il censimento delle strade ricadenti nel territorio devono essere rimandate. Insomma,
vanno messe su un
binario morto, e questo perché i consiglieri che sostengono il
sindaco Corsini, non
hanno il coraggio di votare contro quelle proposte che sotto sotto piacciono
anche a loro. Rileviamo, infine, quanto detto da Mirco Giordani, capogruppo d’opposizione:
“Alle interrogazioni ci viene risposto dopo alcuni mesi, agli uffici non
abbiamo accesso, qui c’è del paradosso, e fare l’opposizione in queste
condizioni è deprimente!”». Comitato
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