ilVicinato@ - Fonte
notizia dalla stampa locale – Alcuni
stralci di un’approfondita lettera di Simone Benvenuti, pubblicata per
intero sul quotidiano https://www.elbareport.it
«Poco tempo fa mi rivolgevo apertamente alla signora Elisabetta Vannucci
chiedendo una risposta franca - e sul merito - alla domanda sul perché si fosse
scelto di rendere di fatto inaccessibile al pubblico la spiaggia delle
Fornacelle, privandone gran parte della cittadinanza dal godimento (…) A questo
riguardo, segnalavo in quell’occasione che quella spiaggia è una delle poche,
se non l’unica del versante orientale, a prestarsi alla fruizione da parte di
bimbi piccoli, e questo per diversi motivi non ultimo il fondale basso. Per
questa semplice ragione chiedevo una dichiarazione pubblica, trasparente, su
quali fossero i motivi reali che avessero spinto a mettere in questione tale
palese interesse pubblico (…) La risposta alla mia richiesta è stata
insoddisfacente, reiterando la retorica della legalità: “mi spiace tanto per i
suoi bimbi che dovranno camminare un po’ a piedi – scrive la signora Vannucci –
ma come si può pretendere che la comodità prevalga sulla legalità?” (…) Miravo
solo a ricevere una spiegazione pubblica e trasparente delle ragioni che hanno
portato un privato a rendere di fatto inaccessibile una spiaggia alle categorie
più vulnerabili della cittadinanza. Delle risposte finora ricevute e della
vicenda delle Fornacelle l'impressione (che spero ancora possa essere
contraddetta dalla signora Vannucci) è che dagli ideali di Weimar ci separano
un centinaio di anni, ma non in avanti bensì indietro: quelli della prima metà
dell’800, quando il più grande poeta romanesco, Gioacchino Belli, coniava una
famosa frase ripresa da Monicelli nel Marchese del Grillo... ».