lomarchetti@ - «C’erano
due amiche che ogni pomeriggio s’incontravano in casa dell’una o dell’altra per
agghindarsi e scendere sulla via di Rio (ora via Principe Amedeo) per prendere
parte al passeggio pomeridiano. Era questo l’unico modo che le ragazze da
marito avevano per mostrarsi ai coetanei maschi, anche loro in cerca di una
moglie. Anni fa ebbi modo di leggere una lettera che negli anni ’20 il pretendente la mano di una ragazza inviò
a quella che di lì a poco divenne sua moglie: “Gentile signorina, quando l’altro giorno l’ho vista passeggiare per la
via di Rio, il mio cuore ha palpitato intensamente. Sono rimasto colpito dal
suo portamento e dal suo fisico snello e slanciato (…)”. Ma ritorniamo alle
due giovani di via Garibaldi le quali, mentre si preparavano per uscire si
scambiavano queste confidenze: “Come se bella France’”. “So bella io? No, sei
bella tu Luige’, bada che puppe che hai”. “Guardi le mie? Belle ritte sono le
tue che solo a vederle fanno risuscitare i morti”. “Sarà come dici te, ma i
tuoi capelli castani sono una meraviglia, in confronto ai bui, quelli di Filomena
sembrano quelli di una granata rovesciata”. Questa esaltazione reciproca andava
avanti per qualche ora, finché le due, imbellettate e agghindate come si deve,
uscivano da casa per mostrarsi ai giovanotti del paese, ma oramai si era fatto
buio e ad ammirare le nostre prosperose ragazze non c’era più nessuno… e fu
così che rimasero zitelle». Lorenzo M.