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- «Enrico Berlinguer, segretario
del Partito comunista italiano, nel 1973 propose il "compromesso
storico" sulla rivista Rinascita, riflettendo sul colpo di Stato in Cile. Lo scopo era trovare un accordo politico con la
Democrazia Cristiana per assumere posizioni di governo. La proposta
di Berlinguer, fondamentalmente legata alla politica di eurocomunismo, provocò una
mobilitazione e un serrato dibattito in tutte le strutture il cui era
articolato il Pci, dalle grandi sezioni con migliaia d’iscritti alle piccole
realtà presenti nei più sperduti paesi. Io, allora 21enne, ebbi modo di
assistere al dibattito in alcune sezioni di Livorno e di Piombino. Sono passati
cinquantadue anni, tuttavia ricordo ancora la discussione approfondita che si
tenne nella sezione di Rio Marina, dove merita essere ricordato l’intervento sintetico
di Ottavio che con sei parole manifestò il suo dissenso sull’idea di Berlinguer:
“Ognuno deve mangia’ nel su’ aveggio (pentola, ndr)”. In quella stanza piena di fumo era presente il
compagno Renato Tedeschi, dirigente della federazione livornese, che aveva il
compito di capire il clima con cui la base degli iscritti accettava la proposta
del "compromesso storico", e pure quello di approfondire le
motivazioni della nuova linea. Silo, però, pur accettando l’orientamento della
maggioranza degli intervenuti, sentenziò: “Andiamo pure avanti compagni, ma io
al laboratorio chimico giro”. Ovviamente il livornese Tedeschi non capì, ci fu
però il segretario che si premurò di spiegare come dopo quella struttura della
miniera c’è la chiesa di Santa Barbara. Larga la foglia, stretta la via dite la
vostra che ho detto la mia…». Lorenzo M.
