lomarchetti@ - Da una
storia raccontata da Silo Rosoni: «Era tanto che Gino voleva farsi un
canotto per andare a pesca quando aspettava l’imbarco, avrebbe passato il tempo
e portato pesci freschi a casa. Aveva chiesto il preventivo a Giuseppino Mazzei
e a Millo Muti, ma comprare un canotto nuovo costava troppo, così depose in un
cassetto il suo sogno. Comunque non si arrese un giorno mentre col Giovannino, il bastimento dov’era imbarcato, si trovava agli ormeggi nel
porto di Livorno chiese ad alcuni portuali se conoscevano qualcuno che a un
prezzo ragionevole, voleva vendere la sua barca. Uno di loro gli fissò un
appuntamento per la sera all’osteria La Triglia, perché aveva sentito che Beppe
intendeva disfarsi del Gatto, il suo canotto da pesca. Quando il nostro paesano
giunse nel locale, si sedette a un tavolo e sentì che alcuni commensali commentavano:
“Hai sentito? C’è Beppe che vuole vendere il Gatto”. “Sì, l’ho sentito anch’io,
ma bisogna diglielo a Beppe, che a quel prezzo lo svende”. “Dé, levassi io una barchina come il Gatto non
la venderei di certo, e per di più per tre lire”. “Dé, questa mi pare la
conferma che Beppe è proprio il capo vòto”. Nel locale, proprio in quel momento,
entrò Beppe e la comitiva si zittì. La trattativa fra il venditore, accompagnato
dal portuale-sensale, e l’acquirente ebbe inizio dopo un paio di bicchieri di
vino. Beppe, alzò il prezzo di vendita,
ma nelle orecchie del nostro Gino c’erano ancora i commenti di quei commensali:
“Dé, o come si fa a vendere una barchina come il Gatto a così pochi vaini”. Il
nostro paesano, quindi, cedette e accettò il prezzo propostoli. Il Gatto fu
caricato sul Giovannino e portato a Rio Marina. Al Sasso, sul Ponte Ceci (nella foto), c’erano
parenti e amici di Gino, tutti in fremente attesa. Il Gatto fu calato in mare,
ma dopo pochi secondi affondò in mare come un vero gatto di piombo. Larga la foglia, stretta la via dite la
vostra che ho detto la mia…».
Lorenzo M.
