23 dicembre 2025

GINO E IL GATTO

lomarchetti@ - Da una storia raccontata da Silo Rosoni: «Era tanto che Gino voleva farsi un canotto per andare a pesca quando aspettava l’imbarco, avrebbe passato il tempo e portato pesci freschi a casa. Aveva chiesto il preventivo a Giuseppino Mazzei e a Millo Muti, ma comprare un canotto nuovo costava troppo, così depose in un cassetto il suo sogno. Comunque non si arrese un giorno mentre col Giovannino, il bastimento dov’era imbarcato, si trovava agli ormeggi nel porto di Livorno chiese ad alcuni portuali se conoscevano qualcuno che a un prezzo ragionevole, voleva vendere la sua barca. Uno di loro gli fissò un appuntamento per la sera all’osteria La Triglia, perché aveva sentito che Beppe intendeva disfarsi del Gatto, il suo canotto da pesca. Quando il nostro paesano giunse nel locale, si sedette a un tavolo e sentì che alcuni commensali commentavano: “Hai sentito? C’è Beppe che vuole vendere il Gatto”. “Sì, l’ho sentito anch’io, ma bisogna diglielo a Beppe, che a quel prezzo lo svende”.  “Dé, levassi io una barchina come il Gatto non la venderei di certo, e per di più per tre lire”. “Dé, questa mi pare la conferma che Beppe è proprio il capo vòto”. Nel locale, proprio in quel momento, entrò Beppe e la comitiva si zittì. La trattativa fra il venditore, accompagnato dal portuale-sensale, e l’acquirente ebbe inizio dopo un paio di bicchieri di vino.  Beppe, alzò il prezzo di vendita, ma nelle orecchie del nostro Gino c’erano ancora i commenti di quei commensali: “Dé, o come si fa a vendere una barchina come il Gatto a così pochi vaini”. Il nostro paesano, quindi, cedette e accettò il prezzo propostoli. Il Gatto fu caricato sul Giovannino e portato a Rio Marina. Al Sasso, sul Ponte Ceci (nella foto), c’erano parenti e amici di Gino, tutti in fremente attesa. Il Gatto fu calato in mare, ma dopo pochi secondi affondò in mare come un vero gatto di piombo. Larga la foglia, stretta la via dite la vostra che ho detto la mia…». Lorenzo M.