29 dicembre 2025

GALEOTTO FU IL CARUGLIO

lomarchetti@ «Rio Marina è un paese nato dentro la miniera che ha condizionato il suo sviluppo edilizio, tant’è che nelle vie, tra un palazzo e quello di fronte ci sono poco più di tre metri. Queste stradine, in altri paesi dell’Isola sono i chiassi o semplicemente i vicoli, ma noi, emulandoli dal genovese carruggio, li chiamiamo carugli. Si dice che negli anni ’50 proprio un caruglio fu spettatore di un incestuoso amore. Lei era la giovane e bella moglie di un marittimo, sempre lontano dalla casa, che viveva con i suoceri. Lui, invece era uno scapolone che con padre, madre e sorelle abitava nel palazzo di fronte.  Fra un’occhiata e l’altra scambiata in chiesa o passeggiando sulla via di Rio, i due furono coinvolti in un immenso amore. Ma come calmare quell’appassionato desiderio? Come incontrarsi intimamente? Lui ebbe un’intuizione: si procurò una robustto padreavola lunga quattro metri che ogni sera appoggiava al suo davanzale e a quello dell’amata e su di essa passava chiotto come un topo, andando da un palazzo all’altro ed entrando nella camera dell'amata. Erano notti infuocate! Ma un giorno giunse in rada il piroscafo del di lei marito, che aveva appuggiato a Rio a causa della forte libecciata che inferzava sul porto di Livorno. La donna, anche se controvoglia, adempì ai doveri coniugali… e menomale perché dopo pochi giorni si accorse di essere incinta. Lo comunicò ai suoceri che felici e contenti, sparsero la voce fra parenti, conoscenti e vicini di casa, e spedirono un telegramma al figlio navigante: "Tua moglie in stato interessante. Presto padre. Auguri". Dopo nove mesi nacque una bella bambina. Un detto popolare dice che le femmine somigliano ai padri, e la neonata, infatti, era il ritratto spiccicato del "topo della tavola", ma tutti fecero finta di nulla. Larga la foglia, stretta la via dite la vostra che ho detto la mia…». Lorenzo M.